giovedì 21 febbraio 2008

CHE COS’è UN TERREMOTO?

Un terremoto si verifica quando due blocchi di roccia si muovono l’uno rispetto all’altro, lungo un piano chiamato piano di faglia.

Durante il processo di rottura, l’energia elastica che era accumulata nelle rocce, viene liberata improvvisamente sotto forma di calore, prodotto dall’attrito, e sotto forma di onde elastiche ( onde sismiche ). Il punto iniziale della frattura, detto IPOCENTRO, può essere molto prossimo alla superficie o anche molto profondo. L’EPICENTRO è il punto sulla superficie terreste esattamente al di sotto dell’ipocentro. La rottura si propaga sul piano di faglia con velocità massime intorno a 3 km/s; le superfici di rottura interessate dipendono dalla grandezza dell’evento sismico e possono raggiungere anche le centinaia di chilometri quadrati. Ciò si ripercuote sulla durata dell’evento, che può essere di alcuni secondi.

COME SI MISURA UN TERREMOTO

Esistono due metodi principali di misurazione : la scala M e r c a l l i e la magnitudo R i c h t e r. Nel 1902 il sismologo italiano Giuseppe Mercalli, rielaborò l’idea, già avuta da altri scienziati prima di lui, di utilizzare come sistema di riferimento per la misura del terremoto, gli effetti che esso produce. La grandezza di un terremoto potrebbe essere anche misurata sulla base del concetto di magnitudo di un evento. La magnitudo di un terremoto è una misura assoluta dell’ energia irradiata dalla sorgente sismica, e si può calcolare in vari modi, determinando l’ ampiezza del moto del suolo o la durata del segnale sismico. Non bisogna confondere la magnitudo di un terremoto con l’ intensità macrosismica misurata sulla scala Mercalli. Quest’ ultima infatti non si basa direttamente sull’ energia rilasciata dal terremoto, ma sugli effetti causati dal terremoto stesso sul patrimonio edilizio e sull’ ambiente fisico.

RISCHIO SISMICO

Con il termine rischio sismico si indica una stima delle perdite complessive causate dai terremoti che potranno interessare, in un determinato periodo, una determinata area. Questa stima può essere espressa in diversi modi:attraverso il costo dei danni subiti dagli edifici, il costo complessivo in termini economici e sociali subito dalla popolazione dell’ intero paese, oppure attraverso un numero prevedibile di morti e feriti.
Per sapere qual è il rischio sismico in una certa zona è necessario conoscere:

- Pericolosità
- Vulnerabilità
- Esposizione



MISURA DELLA PERICOLOSITà DI UN TERREMOTO

IL METODO DI CORNEL:
-Localizzazione(epicentro),collocazione temporale e grandezza(in intensità o magnitudo)dei terremoti passati(stringa di un catalogo sismico parametrico).
-Aree del territorio a comportamento sismico/geologico omogeneo(zone sismogenetiche).
-Distribuzione dei terremoti nel tempo,per ogni grado di intensità o magnitudo,in ogni zona sismogenetica(relazione di ricorrenza).
-Modalità con cui l’intensità o le accelerazioni prodotte da un terremoto si attenuano quando ci si allontana dall’epicentro(relazione di attenuazione).

1-Catalogo sismico e zone sismogenetiche:
la sismicità all’interno di ogni zona è uniforme:i terremoti hanno la stessa probabilità di comparsa su tutta la zona e seguono la stessa legge di ricorrenza.la sismicità dell’area,la geologia e la geofisica forniscono generalmente la base per l identificazione delle zone.

2-Relazione di attenuazione:
servono per determinare il contributo attenuato al sito di tutte le zone sismogenetiche.Tali relazioni vengono generalmente stimate con analisi di regressione sui dati raccolti nella regione d’interesse.

3-Relazioni di ricorrenza:
per ogni zona va definita una relazione di ricorrenza tra numero di eventi osservati e magnitudo(o intensità),che consente di attribuire a ciascuna magnitudo la sua frequenza annua di osservazione o il suo inverso(il periodo di ritorno).

4-Valutazione della pericolosità:
calcolo della frequenza con cui il valore del parametro scelto viene superato nel sito in esame.Calcolo(attraverso la distribuzione di Poisson)della probabilità di eccedenza per diversi valori del parametro e dei tempi di esposizione.


LA VULNERABILITà

La vulnerabilità è il secondo parametro che entra in gioco nelle stime di rischio.Essa esprime la propensione che edifici e infrastrutture hanno a subire un danno in occasione di un evento sismico.Di fatto,dunque,con la vulnerabilità si passa a considerare l impatto dell’evento naturale sull’uomo e sulle sue opere.

Indicatori di vulnerabilità urbana:
-ridondanza dei sistemi tecnologici e funzionali
-capacità di ripristino della funzionalità
-facilità di evacuazione e accesso
-pericolosità indotta da elementi naturali e artificiali
-capacità socio-economica di ripresa
-impatto psicologico
-garanzia di incolumità per crolli indotti
-presenza di utenza critica
-preparazione sociale all’emergenza


L’ESPOSIZIONE

L’ esposizione si riferisce a quante persone vivono in una determinata zona e quindi quante di esse possono essere colpite dal terremoto.

Le caratteristiche della popolazione che influiscono sul livello di esposizione:

STRUTTURALI
-prevalenza di alcune fasce di età(bambini e anziani sono più deboli)
-concentrazione di utenza critica(malati e disabili)
-distribuzione sul territorio
-condizioni socio-economiche

COMPORTAMENTALI
-reazione psicologica istintiva
-educazione al rischi sismico
-preparazione sociale alle emergenze

Le caratteristiche fisiche e d’uso degli edifici e degli spazi aperti definiscono i luoghi in cui la vita umana è maggiormente esposta per un determinato periodo di tempo:

FISICHE
-vulnerabilità del manufatto
-pericoli indotti(per crolli di manufatti adiacenti o malfunzionamenti di impianti)

USO
-intensità d’uso
-affollamento
-scansione temporale dell’uso
-bacino d’utenza
-ruolo temporaneo o continuo


Nelle aree con elevata pericolosità sismica, ma disabitate, il rischio sismico è’ quasi nullo. Nelle aree densamente popolate, molte costruzioni poco resistenti e alta pericolosità, il rischio sismico è elevato.

PREVENZIONE E RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Sulla frequenza e sull’ intensità dei terremoti non si può intervenire, mentre è possibile intervenire sulla resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica e, ancora prima, al livello di pianificazione, sulla destinazione d’uso del territorio, tenendo conto cioè delle caratteristiche di sismicità dell’ area e della natura dei terreni. È necessario perciò predisporre programmi di prevenzione, per diminuire i possibili effetti del terremoto e piani di emergenza, per intervenire in soccorso della popolazione.
Un’ ulteriore riduzione del rischio si ottiene quando le persone sanno cosa fare durante un terremoto. Per questo vengono realizzate campagne di informazione e di educazione della popolazione sui comportamenti da tenere in caso di terremoto.


COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Prima che arrivi un terremoto è importante:
-sapere se si è in una zona a rischio
-sapere quali sono i punti più sicuri dell’ edificio (dove sono i muri portanti, le travi in cemento armato)
-sapere dove sono gli interruttori generali della luce, del gas e dell’ acqua
-sapere se vi sono uscite di emergenza
-assicurarsi che tutte le persone che vivono con noi sappiano cosa fare.

Durante un terremoto non c’ è molto tempo per riflettere, bisogna sapere subito cosa fare.
È molto importante rimanere calmi e reagire con prontezza, non solo se si è nella propria casa ma anche nei luoghi di lavoro, nei luoghi affollati e per strada.
Il pericolo maggiore è quello di essere colpiti da oggetti che cadono.
Quando la scossa è finita ci possono essere danni agli edifici o addirittura morti e feriti. È molto importante verificare subito lo stato di salute di chi ci è vicino ed è necessario accertarsi che non vi siano principi di incendio. Quindi, bisogna raggiungere gli eventuali centri di raccolta stabiliti dai piani di emergenza e collaborare con la Protezione Civile.

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